Sunday, 16 November 2008

per chi l'architettura

Quando mi chiedono di parlare di architettura la domanda più frequente è il perchè di questa scelta, ma ultimamente mi chiedevano che cos'era per me l'architettura!
Ecco ci sono delle premesse da fare di fronte a questo interrogativo.
Soprattutto vorrei spiegare che (e a volte è difficile anche da dire ed esprimere con parole proprie) l'architettura, a mio parere è un modo di vivere, non è una materia che va sviluppata e approfondita, ma è tutt'altro perchè si tratta di un processo in continua evoluzione che non è fine a se stesso, ma che comporta delle conseguenze a piccola o a larga scala a più o meno persone esterne al progettista.
Architettura come processo quindi e non come situazione, perchè quest'ultima viene creata dalla prima attraverso una serie di operazioni, siano esse culturali o pratiche, che pongono la base ad un nuovo sistema, indipendente e a volte esso stesso fine a se stesso.
Possiamo quindi capire come, quando ci troviamo di fronte a delle opere di architettura, esse ci parlano e ci trasmettono la loro storia, la loro arte, la loro vita.
Un'architettura vista così è nata da un principio, da un sentimento o da un'idea di un progettista che la desidera e la vuole; e non tutti sono in grado di stabilire determinate condizioni di essere, determinate situazioni che siano in grado di instaurare un rapporto di tipo politico con ciò che gli sta attorno.

Ecco quindi che l'architettura, a mio parere, non è per tutti.
Se quanto detto è vero e se è vero quindi che l'architettura va amata e vissuta, cioè che nasce da un sentimento, è anche vero che non tutti possono praticarla.
Credo che un architetto vada a stabilire nuove condizioni in un luogo, nuovi archetipi, nuovi principi e nuovi modi, non facili da creare.